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Zygmunt Bauman è uno dei massimi interpreti del nostro tempo. Le sue analisi sulla frammentazione delle identità, sull'incertezza esistenziale, sulla precarietà e la solitudine delle nostre vite hanno oltrepassato i confini disciplinari della sociologia, diventando parte del patrimonio culturale diffuso. In questo volume Bauman introduce a una nuova fase del suo impegno intellettuale, mettendo a tema interrogativi fondamentali che riguardano la condizione umana stessa. Che cos'è dell'essere umano nel nostro contesto storico e quale sarà il suo destino? Domande urgenti dopo lo sfaldamento di quel mondo solido, forte, istituito, ordinato, che abbiamo conosciuto sotto il nome di modernità, e al quale, negli ultimi decenni, soprattutto in forza della globalizzazione, è subentrato un universo 'liquido', destrutturato, precario, privo di riferimenti stabili. La mutazione di scenario ha inciso profondamente sulle esistenze individuali: angoscia, fragilità, perdita di senso sono le cifre dei vissuti più comuni, non solo in Occidente. Il quadro tracciato da Bauman sulla nuova condizione umana appare tanto più inquietante se si considerano anche i risvolti materiali di questo processo: disuguaglianze e povertà crescenti, diritti umani calpestati, prepotente ritorno di violenza e guerre. Questa critica, risoluta perché lucida e moralmente ispirata, non indulge tuttavia alla nostalgia del passato né alla rassegnazione: ogni epoca ha le sue luci e le sue ombre.